SGUARDI DI PADRE
Spazio di confronto tra padri.
Descrizione percorso
Il Melograno di Gallarate è da sempre luogo di ritrovo, crescita, evoluzione, scambio, condivisione e confronto… al femminile.
Sguardi di Padre è un percorso pensato per offrire ai papà uno spazio di confronto e di accoglienza delle aspettative, dei desideri, delle paure e delle difficoltà che si incontrano nell’essere padri.
Parlare di paternità con dei padri significa entrare nella loro storia personale ed intima di figli, uomini, mariti/compagni e poi padri in un periodo storico e sociale di forte trasformazione e rivoluzione della figura maschile e del suo ruolo all’interno del contesto familiare.
I forti cambiamenti in atto e la tendenza degli uomini ad interessarsi e a pre-occuparsi sempre di più dei propri figli hanno messo in moto cambiamenti che non hanno però ancora trovato un loro equilibrio. Dall’idea di padre padrone a quella di “mammo”, non siamo ancora riusciti a definire il nuovo ruolo di questi padri. Lo stile con cui l’individuo esercita il proprio ruolo di padre è strettamente legato alle proprie esperienze di vita, alle figure materne e paterne vissute nella famiglia di origine, ai propositi e alle promesse espresse nel momento in cui si è divenuti padri.
Sguardi di Padre diventa uno spazio in cui degli uomini si interrogano e provano a definire il proprio ruolo, potremmo dire la propria essenza di padri. La capacità degli uomini di raccontarsi consente realmente di attivare un clima di cura e di supporto reciproco e di attivare possibili legami di aiuto.
Un ciclo di 4 incontri della durata di 2 ore circa ciascuno e si sviluppa attorno a 4 passaggi/temi che ne tracciano il divenire e rappresentano quasi una possibile linea evolutiva dell’uomo:
- Un padre è prima di tutto un figlio. Definire il nostro essere stati figli, quali modelli ci hanno plasmato, anche inconsaevolmente e riconoscere in noi idee, valori e convinzioni che formano il proprio stile paterno sono i primi passi necessari per parlare di paternità … della propria paternità.
“In realtà se vado con il pensiero a quel preciso momento, ricompaiono davanti ai miei occhi mentali centinaia di gesti simili che avevo visto compiere da decine di persone, soprattutto donne ovviamente, in tutto l’arco della mia già lunga vita. Quindi, ecco dimostrato ancora una volta il contagio […] Non parliamo poi degli atteggiamenti, delle convinzioni o dei tratti del carattere. Mio padre ha passato la sua non lunga vita trascorsami accanto, nel tentativo disperato di insegnarmi cose che mi sono rifiutato di fare mie, in compenso più passano gli anni più mi trovo incollate sulla pelle cose che non aveva nessuna intenzione di lasciarmi probabilmente, ma che, essendo sue, mi sono rimaste […] Mia madre del resto non mi ha certo insegnato come si gioca, come si scherza, come si fanno i dispetti, come si affronta con leggerezza la vita. Mia madre non mi ha detto “si fa così”. Ha fatto così e “il così” era bello. E io, semplicemente, ho imparato.” - Un padre è un uomo che progetta. “L’educazione non è un passatempo per ricchi annoiati. L’educazione è una cosa per cui ne va della vita. Sempre, in qualche modo […] insegnandomi ad andare in bicicletta, mia madre mi ha insegnato ad andare. E saper andare significa anche saper tornare […] l’educazione è qualcosa per cui ne va della vita, non perché senza educazione si muoia […] io sono quelle esperienze educative. E posso esserlo perché mia madre e mio padre sono stati quelle esperienze educative”. L’azione educativa è pensata e intenzionale e si realizza sulla base dei valori propri di ciascun padre
(e ciascuna madre) e richiede tempo. “Pensare al domani significa sostenere adesso le proprie possibilità future”. - Un padre è prima un marito/compagno. Essere genitori a volte porta il padre e la madre a limitare il proprio sguardo ai figli, con il rischio di perdere l’origine di quel legame. “Aver cura della relazione con l’altro significa mettere energia nelle sue possibilità di sviluppo. Significa puntare più sulla crescita che sulla manutenzione […] c’è qualcosa che non va nel concetto di cura, questa modalità del prendersi cura è sempre unilaterale: c’è qualcuno che si prende cura di qualcun altro che viene curato. Difficilissima la reciprocità”. “Sento che il terreno più insidioso per ogni relazione significativa è quello delle possibilità di incontro. Avere una relazione non significa necessariamente riuscire a incontrarsi […] avere cura delle possibilità di incontro è più difficile che prendersi cura dell’altro. E questo proprio per la dimensione di reciprocità che implica […] Non posso in alcun modo invece prendermi cura dell’incontro con l’altro se l’altro non fa lo stesso. Per incontrarsi è necessario essere almeno in due. Prendersi cura dei bisogni di un incontro, insomma, richiede un surplus di motivazione […] Aver cura dell’incontro invece implica prendersi cura delle sue possibilità di sviluppo. Non si tratta di fare, semplicemente, esperienze comuni. Si tratta di condividere esperienze ascoltandone, mentre le condividiamo, l’orizzonte di futuro”.
- Un padre vive la propria paternità: la paternità si esercita nella relazione, nella possibilità di incontro e nella cura di quella possibilità. “Nella cultura contemporanea il compito paterno fondamentale, presidiare il futuro […] è la possibilità di pensare un figlio che ha inventato il futuro […] il miracolo della paternità, che non è la semplice generatività maschile ma la capacità tutta umana di pensarla e trasformarla in cultura, consiste invece nel gettare lo sguardo oltre i decenni a venire […] l’essenza dell’umano è trasmettersi, ovvero consegnarsi a qualcuno perché a sua volta si consegni a qualcun altro […] Io sono tuo padre è il mi compito è portarti nel mondo, in questo mondo, insegnandoti a incontrarlo”.
Ogni incontro si sviluppa partendo da una lettura che fornisce degli stimoli per l’avvio di un confronto e la condivisione delle proprie esperienze.
Quota di partecipazione
Luogo
Il percorso è attivo ciclicamente presso la sede di Gallarate.
Il prossimo ciclo di incontri sarà ONLINE in diretta ZOOM nelle seguenti date: 17 giugno, 1-15-29 luglio alle ore 21.00.
Commenti recenti